Nel 1831 Giovanni Antonio Amedeo Plana, astronomo e matematico piemontese, finì di costruire uno strumento meccanico che, per gli standard tecnologici dell’epoca era semplicemente sorprendente.
Un calendario perpetuo valido per 4000 anni, ovvero dall’anno 1 dell’era cristiana fino all’anno 4000 d.C.
A tutt’oggi è difficile trovare uno strumento analogo, a dispetto della tecnologia informatica di cui disponiamo.
Il Calendario, semplicemente impostando un anno a scelta nell’intervallo sopra citato, fornisce i seguenti valori sensibili:
Inoltre vengono riportati la cronologia dei Papi fino al 1841, e gli avvenimenti salienti del Cattolicesimo per ogni secolo, sempre fino al 1841.
Questo strumento ancora oggi è funzionante, e per la sua costruzione e originalità è stato descritto come il primo computer della storia.
Vediamo come è nato e come funziona nel dettaglio questo calcolatore meccanico dedicato alla soluzione del "problema" del calendario.
Fin dall’alba dei tempi, mettere in relazione il trascorrere del tempo in termini di anni con i cicli della Natura ha rappresentato un problema, perché sono in gioco grandezze non sincronizzate, e di durate differenti.
L’unità di misura fondamentale nel nostro caso è il giorno, che in un calendario non può essere che un numero intero,non divisibile. Qui parliamo di giorno medio, in quanto la durata del giorno solare può variare nell’arco dell’anno.
Un anno solare corrisponde, però a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi, non è,
pertanto,
un multiplo esatto del giorno
medio.
Il calendario che noi conosciamo deriva da quello Romano, istituito
da Romolo, primo Re di Roma, nel 753 a.C.
Il Calendario di Romolo, di derivazione greca, era formato da dieci mesi lunari-non lunari (la durata era di 30 - 31 giorni, non 29,5):
Per un totale di 304 giorni. I rimanenti 61 giorni , dopo dicembre e prima di Marzo, erano invernali e semplicemente non venivano contati. Nel 713 a.C. Numa Pompilio aggiunse i due mesi:
Numa Pompilio tolse anche un giorno ai mesi di 30 giorni, per cui l’anno divenne lungo 355 giorni. I restanti 10 giorni venivano recuperati inserendo il mese Mercedonio, tra il 23 ed il 24 di Febbraio.
Nel 46 a.C. Giulio Cesare promulgò il calendario elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria, il quale prevedeva:
Il settimo mese (Quintilis) venne poi intitolato a Giulio Cesare (Julius), e l’ottavo (Sextilis) ad Ottaviano Augusto, (Augustus), arrivando così alla nomenclatura moderna;
Il giorno bis-sexto veniva aggiunto ogni 4 anni recuperando, in tale maniera 6 ore in media
per
ogni anno solare.
In questo modo l’anno medio durava 365 giorni e 6 ore, ovvero 11 minuti e 15 secondi in più
del
dovuto.
Nell’anno 1582 si erano accumulati circa 10 giorni di anticipo.
Per questo, nel 1582, Papa Gregorio XIII introdusse il Calendario Gregoriano:
In questo modo l’errore di 11 minuti e 15 secondi si riduce a soli 26 secondi di
eccesso.
Vi
sono
proposte per ridurre ulteriormente l’errore, ma per i nostri scopi possiamo considerare
esatto
il
calendario Gregoriano.